In uno studio recente sulle molestie sessuali pubblicato nel 2016 dalla Commissione per le Pari Opportunità lavorative degli Stati Uniti, è stato rilevato che le vittime di molestie sul posto di lavoro raramente informano i loro superiori o i rappresentanti sindacali di ciò che è accaduto.
La maggior parte delle vittime infatti teme di non essere creduta o che, se si confiderà, subirà delle conseguenze pesanti. Purtroppo questi timori sono anche fondati, e la riprova sta nel fatto che circa tre quarti di chi ha denunciato di aver subito molestie sul lavoro ha subito delle ritorsioni.
La reazione più comune è invece probabilmente quella più sbagliata, ovvero quella di smettere di lavorare, licenziandosi.
Le molestie causano a molte donne disturbi mentali ed emotivi profondi e duraturi. Alcuni dei sintomi più diffusi in seguito alle molestie sono ansia, depressione, disturbo post-traumatico da stress e diminuzione dell’autostima e della fiducia in sè e negli altri. “Le molestie sessuali sono un fattore di stress che può portare al ritiro dal lavoro, all’instabilità della carriera, all’insoddisfazione sul lavoro e alla scarsa salute, sia mentale che fisica”, ha rilevato un gruppo di ricercatori accademici nel 2011.
“Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale.Vogliamo autonomia e libertà di scelta sulle nostre vite. Vogliamo essere libere di andare dove vogliamo senza avere paura, di muoverci e di restare contro la violenza razzista e istituzionale. Difendiamo gli spazi femministi e liberati della città” (appello italiano allo sciopero dell’8 Marzo)
In un recente studio pubblicato nel 2017 dai ricercatori Heather McLaughlin, Amy Blackstone e Christopher Uggen, emerge che l’80 per cento delle donne che sul lavoro hanno subìto contatti indesiderati o altri tipi di molestie, cambiano lavoro entro due anni.
Le reazioni di queste donne che avevano subito molestie erano state:
1. Cambiamento di lavoro
2. Cambiamento di settore lavorativo
3. Riduzione delle ore di lavoro
Il dato infelice è che queste donne tendono a cambiare lavoro il 6,5 di volte in più rispetto a quelle che non sono molestate.
Meno lavoro, meno autonomia
Questo triste stato delle cose danneggia fortemente le entrate economiche, e quindi l’autonomia, ed anche le prospettive delle donne. Ariane Hegewisch, direttore del programma per l’occupazione e i guadagni presso l’Institute for Women’s Policy Research, ha riscontrato che se le donne finiscono per licenziarsi solo per sfuggire a una brutta situazione, “devono ricominciare a lavorare da un livello più basso di esperienza e responsabilità, devono ripartire da zero. Magari con un lavoro che è meno interessante o che è meno remunerativo. Le vittime spesso sono come paralizzate dalla paura e si ritrovano a ricominciare da capo.
Lo studio ha rilevato che le donne che subiscono molestie sul lavoro subiscono maggiori ripercussioni economiche negative due anni più tardi, sottoponendole a livelli di stress paragonabili a quelli che si subiscono per una detenzione o per gravi infortuni e malattie. Le molestie sessuali aumentano le difficiltà economiche, che sono correlate con il cambiamento di lavoro.
Le molestie possono alterare l’intero percorso di vita.
“Ciò che è sorprendente è quanto le molestie possono far deragliare l’intera carriera di una persona”, ha detto la Blackstone, il cui studio includeva interviste a singole donne. “Alcune donne hanno lasciato lavori maggiormente retribuiti per lavorare in condizioni più sfavorevoli, con salari più bassi, spesso cercando aziende che non fossero comandate da uomini (e che in genere vengono pagati con salari più bassi) o che riducono le loro ore lavorative”, ha detto.” Alcune hanno addirittura lasciato il lavoro senza averne un altro di riserva “.
Cosa fare in caso di molestie sul lavoro
LetteraDonna.it ha stilato una sorta di decalogo su quali azioni è possibile intraprendere in caso di molestie sul posto di lavoro; ve le riportiamo.
DIRE QUALCOSA IN PUBBLICO
Supponiamo che il vostro capo, parlando con voi, vi sfiori casualmente il ginocchio. La lettrice a cui è capitato ha raccontato che, qualche giorno dopo, di fronte a tutti, gli ha detto ad alta voce: «Penso che lavoreremmo meglio se evitassi di toccarmi». Da quel giorno, non è stata più toccata. Le esperte concordano sul fatto che un atteggiamento simile può spingere il molestatore all’angolo, inoltre sbertucciarlo pubblicamente può spingere altre eventuali vittime a comportarsi allo stesso modo.
DIRE QUALCOSA IN PRIVATO
Anche mandare un messaggio privato a un molestatore può essere utile. L’ha fatto una lettrice: «Se lo rifai a me o a un’altra donna, chiamo la polizia». Il soggetto, che era un accademico, non prese più parte ad alcuna conferenza. Anche qui, le esperte lodano il comportamento della lettrice. Meno, invece, il fatto che il presidente dell’associazione, pur informato dei fatti, non abbia fatto nulla. In questo caso, bisogna anche chiedere esplicitamente a chi sa, ma non agisce, come ha intenzione di affrontare il problema.
NON REAGIRE FISICAMENTE
Un’altra lettrice ha raccontato di aver subito del solletico, apparentemente giocoso, e aver avvisato l’altra persona che se l’avesse rifatto gli avrebbe sferrato un pugno. L’evento si è ripetuto e lei, effettivamente, gli ha sferrato un forte pugno sulla spalla. Le esperte sconsigliano di reagire così, perché si passerebbe dalla parte del torto, soprattutto perché il contatto fisico precedente è ambiguo, per quanto indesiderato. Seguire dei corsi di autodifesa, comunque, aumenta l’autostima.
RIPORTARE AL CAPO
Una donna ha raccontato che dopo aver subito degli apprezzamenti indesiderati da parte di una persona che lavorava nel suo stesso campus universitario, ha raccontato al suo capo donna il fatto, e l’uomo è stato licenziato. La lettrice però ammette che se il suo capo fosse stato un uomo, probabilmente avrebbe taciuto per il timore di non essere presa sul serio. Le esperte però ci tengono a precisare che ci sono molti uomini in posizione di potere che non tollerano le molestie sessuali, e possono rivelarsi ottimi alleati, proprio come le donne.
E SE NON CI SONO LE RISORSE UMANE?
È difficile muoversi in un ambiente lavorativo in cui non c’è un reparto risorse umane presso cui denunciare problematiche lavorative come le molestie sessuali. Soprattutto se il molestatore è uno dei capi, e se in passato chi ne ha denunciato gli atteggiamenti razzisti è stato cacciato, come racconta la lettrice. In casi come questi, è bene cercare di parlare con le proprie colleghe, che magari potrebbero aver subito comportamenti simili. Una denuncia di gruppo è sicuramente più efficace e rende le persone interessate meno ricattabili. Se per vie interne all’azienda non si riesce a ottenere nulla, non rimane altra strada che quella legale.
SE DENUNCIO E NON SUCCEDE NULLA?
Capita anche che l’azienda non prenda provvedimenti nei confronti di un molestatore, costringendo la vittima magari a lavorargli fianco a fianco per chissà quanto tempo ancora. Anche in questo caso, le alternative non sono molte. Trovare delle colleghe che abbiano subito molestie analoghe dalla stessa persona, o agire per vie legali.
E SE LA MOLESTIA È TROPPO LIEVE O AMBIGUA PER ESSERE DENUNCIATA?
Ci sono dei comportamenti spiacevoli che però sono difficili da provare o che non sono legalmente perseguibili. In quel caso solitamente può bastare affrontare il molestatore a viso aperto, spiegandogli quali sono i comportamenti che vi infastidiscono. Solitamente, a quel punto le molestie cessano. In caso contrario, dovete ufficialmente denunciare la cosa al vostro datore di lavoro.
DOVREI EVITARLO?
Supponiamo che il vostro capo vi dica quanto siete belle, e che quel commento vi dia fastidio. Ovviamente, essendo il vostro capo, non vi conviene limitare al minimo i contatti lavorativi con lui, perché il vostro lavoro ne sarebbe penalizzato. La prova del nove è parlargli e spiegarli che cosa non vi va bene. Se recepisce le vostre parole e smette di comportarsi in un determinato modo, va bene così. Altrimenti, c’è sicuramente un problema più grave.
CHE COSA POSSONO FARE I TESTIMONI?
Se qualcuno usa delle parole fuori contesto o dal carattere sessuale, la cosa migliore da fare è prenderlo da parte e dirgli di evitare di ripetersi, perché in caso contrario lo denunceremmo. Intervenire è sempre la soluzione; non solo fa desistere i molestatori da comportamenti inappropriati, ma fa anche sentire le vittime meno sole e più comprese.
E SE MI LICENZIANO DOPO CHE HO DENUNCIATO?
Se il licenziamento fa seguito effettivamente a una denuncia e le due cose sono strettamente correlate, allora è il caso di adire alle vie legali, rivolgendosi magari a un sindacato che potrà fornire assistenza legale.
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