La depressione e i disturbi dell’umore aumentano al pari della diffusione delle piattaforme social: l’uso dei social media aumenta il numero di casi di depressione e di disturbi dell’umore. La correlazione è chiara, ma la domanda é: perché questo avviene?
Ci si chiede se sia l’uso eccessivo dei social media a causare depressione, o se piuttosto siano le persone depresse ad abusare dei social.
Per cercare di rispondere a queste domande, sono state effettuate alcune ricerche interessanti.
Il Contagio Emotivo
Un modo in cui i social possono influenzare la psiche di un utente è attraverso un concetto noto come contagio emotivo, ovvero un fenomeno attraverso il quale gli stati emotivi vengono involontariamente trasmessi tra gli individui. Mentre il contagio emotivo è ben documentato nelle interazioni faccia a faccia, una ricerca effettuata da E. Ferrara e Z. Yang ha dimostrato che la felicità, la rabbia, la tristezza ed altre emozioni possono essere trasmessi proprio attraverso i social media.
Lo studio effettuato da Emilio Ferrara, ricercatore italiano trapiantato negli Usa, ha coinvolto 3.800 utenti di social media scelti a caso, che sono stati testati sulla “contagiosità” dei toni emotivi dei contenuti visualizzati online. Lo studio ha scoperto che gli stati emotivi sono facilmente manipolabili attraverso i social media e che la semplice lettura di post emotivamente significativi può trasferire un determinato stato emotivo – come la depressione – a chi legge. In altre parole, quando un utente legge un post triste scritto da un amico, sente egli stesso quella tristezza, il che è particolarmente dannoso .
Un Confronto che fa male
Indirettamente, i social media fungono da catalizzatori di comportamenti distruttivi come il confronto, il cyberbullismo e la ricerca di approvazione. Un effetto collaterale del modo in cui i social sono progettati è che gli utenti tendono a mostrare solo alcuni aspetti delle loro vite, postando prevalentemente momenti felici ed importanti e tralasciando ciò che è negativo o banale. La conseguenza é che, quando un utente vede questi contenuti, li confronta istintivamente con le parti peggiori di sé, provando vergogna, senso d’inutilità e d’inferiorità. Questi sentimenti possono indurre a comportamenti distruttivi di ricerca eccessiva dell’approvazione altrui. I social favoriscono anche il cyberbullismo, visto che gli utenti si possono nascondere nell’anonimato e sottrarre alle conseguenze delle loro molestie. Queste molestie possono avere conseguenze fatali.
“I mi piace, i commenti e le notifiche che riceviamo sui nostri dispositivi mobili tramite le app dei social creano sensazioni positive di accettazione … Le nostre menti vengono” hackerate “da queste app e piattaforme social; … i denari spesi nella ricerca e nello sviluppo di queste piattaforme, vengono usati per scoprire come, durante l’uso dei social, la tecnologia può stimolare il rilascio di dopamina per farci sentire bene. Quando non riceviamo più questa dose di dopamina, proviamo paura, ansia e solitudine. L’unico rimedio, per alcuni, è quello di tornare sul dispositivo per ricevere un’altra “dose” di piacere. “(Darmoc, 2018)
Se Facebook fa male
Uno studio condotto nel Regno Unito dalla Royal Society for Public Health ha testato l’impatto psicologico dell’uso dei social media su 1.500 adolescenti e ha concluso che quasi tutti i principali social media hanno un impatto negativo sul benessere psicologico dei soggetti, causando problemi relativi sia all’ansia sia all’autostima. La ricerca parla chiaro: i casi di depressione sono aumentati proprio con la crescita dei social media, e più un individuo utilizza i social, maggiore è la possibilità di avere disturbi dell’umore. Ciò che i dati non ci mostrano ancora è se sia l’aumento dell’utilizzo dei social media a causare depressione o se siano le persone depresse ad usare eccessivamente i social media. Per rispondere a queste domande, occorre effettuare ricerche più approfondite.
Ricerche citate
Darmoc, S., (2018). Marketing addiction: the dark side of gaming and social media. Journal of Psychosocial Nursing and Mental Health Services. 56, 4:2. Link Qui.
Ferrara, E., Yang, Z. (2015). Measuring Emotional Contagion in Social Media. PLoS ONE, 10, 1-14. Link Qui.
Abstract della ricerca sul Contagio Emotivo
I social media sono utilizzati come canali di discussione principali da milioni di persone ogni giorno. I contenuti che gli individui producono nelle micro-comunicazioni quotidiane basate sui social media e le emozioni ivi espresse possono influire sugli stati emotivi degli altri. Un recente esperimento condotto su Facebook ha ipotizzato che le emozioni si diffondano online, anche in assenza di segnali non verbali tipici delle interazioni di persona, e che gli individui sono più propensi ad adottare emozioni positive o negative se queste sono sovra-espresse nei loro social network. Esperimenti di questo tipo, tuttavia, sollevano preoccupazioni etiche, poiché richiedono una manipolazione del contenuto su vasta scala con conseguenze sconosciute per le persone coinvolte. In questo studio, studiamo le dinamiche del contagio emotivo utilizzando un campione casuale di utenti di Twitter, la cui attività (e gli stimoli a cui sono stati esposti) è stata osservata durante una settimana di settembre 2014. Invece di manipolare il contenuto, escogitiamo un modello nullo che sconti alcuni fattori confondenti (incluso l’effetto del contagio emotivo). Misuriamo la valenza emotiva del contenuto a cui gli utenti sono esposti prima di pubblicare i propri tweet. Determiniamo che in media un post negativo segue una sovraesposizione al 4,34% in più di contenuto negativo rispetto al basale, mentre i post positivi si verificano dopo una sovraesposizione media al 4,50% di contenuti più positivi. Evidenziamo la presenza di una relazione lineare tra la valenza emotiva media degli stimoli a cui gli utenti sono esposti e quella delle risposte che producono. Identifichiamo anche due diverse classi di individui: altamente e poco suscettibili al contagio emotivo. Gli utenti altamente suscettibili sono significativamente meno inclini ad adottare emozioni negative rispetto a quelli poco suscettibili, ma ugualmente propensi ad adottare emozioni positive. In generale, la probabilità di adottare emozioni positive è molto maggiore di quella delle emozioni negative.