Accumulatori seriali e compulsivi: avrete sicuramente sentito parlare di chi non riesce a liberarsi di oggetti anche inutili che non getta per nessun motivo.
Spesso queste persone sono costrette a vivere in luoghi angusti a causa della enorme quantità di spazio che occupano queste “cose” (possono essere contenitori vuoti del latte, di alimenti, così come scatole di cartone, soprammobili o sacchetti di plastica, fino ad arrivare a mobilio e quant’altro) e se si vive in famiglia le cose peggiorano.
Anche i figli ed i parenti di questi soggetti, infatti, sono costretti a sottostare a questo disagio che rappresenta una vera e propria malattia.
La Ricerca
Oggi è stata scoperta anche la versione digitale di questa patologia: lo affermano due psicologi australiani che alla Monash University hanno condotto uno studio che è stato poi presentato all’ International Conference on Information Systems di San Francisco. Il fenomeno è stato soprannominato ‘digital hoarding’ , colpisce gli accumulatori digitali, può essere una vera e propria patologia e riguarda chi, nel mondo di oggi dominato dal digitale, non riesce a eliminare files di foto vecchie, di mail ormai obsolete e di documenti ormai inutili.
Persino i desktop dei pc di queste persone sono pieni zeppi perché chi è colpito da questo disturbo non riesce a cancellare nulla!
I ricercatori hanno sottoposto questionari simili a quelli usati per diagnosticare gli accumulatori compulsivi circa 850 persone, verificando il livello di stress provocato dal pensiero di dover cancellare dei contenuti. “L’analisi – scrivono Darshana Sedera e Sachithra Lokuge, i due ricercatori coinvolti – ha rivelato che l’accumulo seriale digitale, simile a quello ‘tradizionale’, può causare alti livelli di stress personale”.
Il problema affligge soprattutto soggetti di genere femminile tra i 20 e 30 anni: le donne sembrano avere maggiori difficoltà nel liberarsi del materiale digitale inutile.
A differenza dell’accumulo seriale che avviene nelle abitazioni, lo spazio a disposizione solitamente non è un problema. Il livello di stress infatti è risultato indipendente dalla quantità di memoria a disposizione delle persone.
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