Fabrizio De André ci ha lasciati da 20 anni e sembra ieri.
A fermare il tempo, la sua presenza costante che ce lo ha fatto sentire vicino con le sue canzoni, con i suoi figli cui ha elargito un’ eredità musicale colta ma popolare, coi genovesi per cui Faber è un padre, un fratello, un amico nobile e al tempo stesso amico dei deboli.
Una folla che non si era mai vista ha affollato le sale ed i gradini di Palazzo Ducale, che sembrava scoppiare, mentre all’interno Dori Ghezzi, il figlio Cristiano, il presidente di Palazzo Ducale Luca Bizzarri, l’assessore Ilaria Cavo ed ospiti come Gino Paoli, Morgan, Vittorio De Scalzi, Neri Marcorè, Mauro Pagani, Antonio Ricci e Fabio Fazio hanno parlato del “loro” Fabrizio: del marito, del padre, dell’ amico, del mentore, un concittadino ma sempre un uomo semplice, ironico, uno di noi.
E lo hanno fatto con amicizia, stima e soprattutto allegria. In questo senso, Antonio Ricci parlando della predilezione di certi per la “maleodorante” montagna, ha scambiato battute esilaranti con Fabio Fazio, amante delle altitudini, siparietto che Faber avrebbe sicuramente apprezzato.
Ciò che gli invitati durante la giornata “Il Mio Fabrizio” hanno detto ha sempre riportato una visione di Faber assolutamente personale e intima: a partire soprattutto da Cristiano, che ha confessato di preferire ricordare il padre in occasione del suo compleanno, il 18 Febbraio, piuttosto che nel doloroso anniversario della sua scomparsa. Cristiano ha semplicemente detto, da figlio, ciò che è a tutti comune ed evidente nella sua quotidianità: “Mio padre mi manca. Oggi canterebbe “La Canzone del Padre”.
“Non mi sorprende questo attaccamento nei confronti di Fabrizio – dice Dori Ghezzi – però a volte ti stupisci di quanto. E vi ringrazio perchè io ho bisogno di questa vicinanza, ed é grazie proprio al pubblico ed agli amici che io sono riuscita a superare un momento così difficile della mia vita. Restano le sue parole profonde, sempre molto attuali, universali. Fabrizio ha toccato argomenti che che sono sempre di attualità, ecco perché non passa di moda. Le cose non cambiano, anzi sono peggiorate rispetto a quando lui le stava cantando e questo fa sì che la gente lo capisca sempre di più, giorno dopo giorno, attraverso gli avvenimenti di cronaca quotidiani che fanno sempre riferimento a qualche frase di Fabrizio”.
Luca Bizzarri, in qualità di Presidente di Palazzo Ducale, non ha nascosto il suo orgoglio: “De Andrè oggi ha portato tanta gente da tutta Italia e, come ho avuto modo di dire altre volte, Fabrizio é una corda che quando viene suonata fa una vibrazione molto ampia e viene ascoltata da molto distante. De André è Genova, e sono molto orgoglioso che su questo piano di Palazzo Ducale oggi ci siano tre grandi genovesi: Niccolò Paganini, Enzo Tortora e Fabrizio De André.
Morgan, vero “figlio” di De Andrè dal punto di vista musicale, nel suo discorso che vi riportiamo qui sotto in video, tra le altre cose ha detto: “Io mi sento in famiglia, un figlio di De André, quindi ciao fratello – ha detto rivolgendosi a Cristiano, dandogli la mano e suscitando le risate del pubblico. La canzone è l’unica forma della musica, alcuni oggi ne parlano e la insegnano, altri non la insegnano. Vorrei che si partisse da De André per insegnarla, colui che ha scritto La canzone”.
I momenti più emozionanti della giornata sono stati scanditi dalle note e dalle parole cantate dai musicisti che lo hanno omaggiato con Creuza de Ma, ‘A Çimma, Un Giudice, ed infine Il Pescatore, il pubblico a battere le mani e cantare, per fare sentire a Fabrizio: “ci sono anch’io” .
La commemorazione dedicata a Fabrizio, come ha ricordato la stessa Dori Ghezzi, non si esaurisce con la manifestazione di venerdì, ma prosegue con un progetto vero e proprio, destinato a durare nel tempo: “La Casa dei Cantautori”, che sorgerà nel complesso monumentale dell’Abbazia di San Giuliano, già finanziato dal Mibac, dove De André avrà un ruolo e uno spazio fondamentale.
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