Ci annoiamo sempre di più.
Sembra strano in questo mondo iper tecnologico, multi tasking che ci richiede un impegno ed una attenzione costanti durante quasi tutto il giorno lavorativo, eppure ricerche che sono state condotte recentemente (nel 2014 e 2015 da Van Hoff,”Boredom Numbs the Work World,” La noia intorpidisce il mondo del lavoro) mostrano che sempre più lavoratori si sentono annoiati.
Il motivo di questo aumento della noia può essere ricondotto al fatto che oggi siamo sempre iper connessi: controlliamo costantemente le mail, accediamo a Facebook o Instagram, postiamo sui social network costantemente foto e pensieri e, così facendo, stimoliamo il rilascio di dopamina nel nostro organismo.
Quando, però, siamo impossibilitati a farlo perché ci troviamo sul posto di lavoro, ecco che avviene una specie di corto circuito: le stimolazioni che abbiamo sono inferiori e di tipo diverso, ed ecco che subentra la noia e anche la frustrazione di non potere compiere gesti ormai “compulsivi” che però ci donano una gratificazione immediata, anche se a discapito della nostra concentrazione.
Che noia, che barba
In aggiunta ricordiamo anche che l’esperta ricercatrice Cynthia Fisher, nel suo studio condotto nel 1991 sulla noia, rileva che essa non è sperimentata solo dagli operai o dagli impiegati, ma anche dai superiori e dai manager: ecco, quindi, che la classica credenza che la noia potesse essere riconducibile a delle mansioni ripetitive e sempre uguali, decade.
Siamo diventati molto più sensibili alla noia: essendo ormai abituati ad un sovraccarico cognitivo (tante informazioni che ci provengono continuamente dai social, dalla tv e da internet), la nostra mente avverte noioso il tempo che passiamo senza questo carico di input e di informazioni. Non è una buona cosa, visto che i nostri neuroni sono diventati più “insensibili” e soffrono durante quei momenti che, invece, dovrebbero essere piacevoli perché possiamo rilassarci e prenderci una pausa, senza fare nulla di che, semplicemente riposandoci. Ecco quindi che situazioni di relax (ed anche di vacanza) spesso sono la causa di un aumento della noia ed anche della frustrazione.
Spegni il cellulare
Parlare, camminare, socializzare di persona quindi, potrebbero diventare presto noiose, in mancanza di altri stimoli quali lo smartphone ed il collegamento ad internet: avete mai provato a trascorrere qualche momento con un amico senza considerare il cellulare? O, piuttosto, vi è venuta voglia di farvi un selfie, magari per documentare l’incontro o per mostrare agli amici cosa avete mangiato quella sera nel tal pub, pizzeria o ristorante?….
Come riporta anche State of Mind.it, in linea con questa prospettiva, Klapp (1986) sostiene che lo stato dalla noia emerge quando la persona non è a lungo in grado di bilanciare la quantità d’informazione ricevuta e quella che riesce a elaborare. Questo sovraccarico cognitivo potrebbe essere ricondotto al concetto di carico di lavoro mentale, inteso come interazione tra richieste del compito o dell’ambiente, con le capacità di elaborazione e le abilità cognitive della persona (Hart et al 1988).
Che fare?
Le nostre conclusioni sono tanto ovvie quanto necessarie:
Troppa stimolazione fa male, così come troppo poca. Che fare quindi?
Cerchiamo sempre, ogni giorno, di ritagliarci spazi di “vuoto” solo nostri.
Magari praticando la meditazione (o Mindfullness), una attività sportiva, meglio ancora passeggiando, e soprattutto socializzando, ma sempre tenendo spento il cellulare e qualsiasi stimolo distraente.
Restiamo con noi stessi e con la persona che abbiamo di fronte; un allenamento in questo senso certamente ci farà bene e, forse, ci aiuterà anche a non precipitare in pericolosi circoli viziosi di iper compensazione cognitiva e di noia perenne.
Sicuramente, qualche volta, annoiarci ci può fare solo del bene!
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2019/02/noia-lavoro/
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