Quando si va ad un concerto dei Subsonica si sa già che ci saranno ritmo, elettronica, colori e tanta energia.
Ma questa volta il gruppo torinese ha superato se stesso: un palco girevole a cinque moduli che rotea su se stesso, un tetto obliquo che proietta sui maxischermi le immagini dei musicisti, un ospite d’onore del calibro del rapper Willie Peyote e le parole dedicate a Genova.
Tra le altre cose, Samuel ha definito i genovesi dei “cuginetti”: essendo i Subsonica torinesi, il cantante ha detto che le due città sono davvero molto vicine ed anche molto simili, “solo che voi avete il culo a bagno”, – ha aggiunto, suscitando l’ilarità generale.
Ma non è tutto: secondo il leader storico Max Casacci, il pubblico genovese è anche quello che, più di tutti gli altri, conosce le nuove canzoni del gruppo a memoria, e questo è un altro riconoscimento sincero che la band ha voluto tributare alla Superba, rotta dal dolore del crollo di Ponte Morandi.
Il concerto è iniziato come da scaletta con Bottiglie Rotte dal nuovo album “8”, per poi esplodere improvvisamente con uno dei pezzi più amati della band: Discolabirinto, canzone portata al successo assieme ai Bluvertigo nel 2000- Morgan compare tra gli autori e nel disco canta con Samuel.
Hanno fatto seguito altri successi storici della band come Up Patriot to Arms (rivisitazione della nota canzone di Battiato), Nuova Ossessione, che nell’album fu incisa con la collaborazione dei Krisma, quindi Perfezione e Liberi Tutti da Microchip Emozionale, l’album della band imbattuto in popolarità, che verrà ripreso anche in seguito.
Ospite d’onore Willie Peyote, rapper torinese che accompagna i Subsonica per tre pezzi, tra cui Radioestensioni, dando ulteriore energia, se mai ce ne fosse stato bisogno, ad uno show già da tutto esaurito.
Ma le “coccole” ai genovesi non sono finite: Samuel intona una strofa di Via Del Campo per omaggiare Fabrizio De Andrè ed il pubblico risponde con fragorosi appalausi (vedi video).
Quindi, a metà concerto, Casacci al centro del palco parla al pubblico, dicendo che ci saranno tante cose che non vanno a Genova, ma non “l’acustica del suo palazzetto (l’RDS Stadium, ndr), perché questo è il posto che in Italia suona meglio in assoluto”.
Ha, quindi, ringraziato il pubblico di fedelissimi: “Questa sera raccontiamo il nostro nuovo album, però raccontiamo anche un percorso fatto con cinque facce che son sempre le stesse, ed è cosa abbastanza rara ed è una cosa resa unicamente possibile dal fatto che da quest’altra parte ci siate voi, quindi non c’è altro modo di dirlo: grazie, fatevi un applauso, anche alla carriera!”
Il chitarrista ha aggiunto che venti anni di un percorso come quello dei Subsonica si possono fare solo se intorno si hanno delle figure amiche, ed avere tanti amici è una bellissima cosa che ha un’unica controindicazione: che a volte, dolorosamente, alcuni di questi amici si perdono. Ed ha dedicato Le Onde a Carlo Rossi, “un amico scomparso tragicamente in un incidente stradale; un musicista, un produttore, un uomo che ha fatto un bel pezzo di musica della nostra città, un maestro per tutti noi e per me in particolare, e questo amico si chiamava, anzi si chiama perché è questo il senso della canzone che gli vogliamo dedicare, Carlo Rossi .”
La commozione si stempera poi con altra energia: Nuvole Rapide, Veleno, Aurora Sogna, Depre, L’Odore, quindi altri successi sino ad arrivare ai bis con le riuscitissime Benzina Ogoshi – concentrato di pura adrenalina, brano autoironico per eccellenza – la sanremese Tutti i Miei Sbagli – “non possiamo fare un concerto senza cantare questa canzone” rimarca Samuel – e la mitica e oscura Strade.
Palazzetto colmo, energia a mille e pubblico soddisfatto.
A presto, Subsonica.
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