“Questa settimana si è assistito a una reazione contro lo streetwear, nel desiderio di vedere un uomo più elegante, sobrio e raffinato. Ma le collezioni continuano ad essere piuttosto schizofreniche, senza più nessuna tendenza veramente marcata”.
In queste parole di Beppe Angiolini, nuovo direttore artistico del concept store milanese di lusso Excelsior, è racchiuso il sunto e l’essenza delle sfilate di Milano e Firenze.
Non é ovviamente scomparso l’abbigliamento tecnico/sportivo, non sono sparite tute e felpe, ma la moda questa volta ha fatto un passo avanti facendone uno indietro; mai come per l’Autunno-Inverno 2019/20 si sono visti tanti completi classici. Su tutti, Dolce e Gabbana che hanno creato eleganti completi a tre pezzi in lane spina di pesce e pepe e sale, e cappotti lunghi in tessuti davvero preziosi.
Un passo in avanti è stato fatto in materia di sostenibilità: si sono visti in passerella più materiali naturali e di qualità, mentre un occhio di riguardo é stato posto all’ecologia per produrre inquinando meno, senza rinunciare al resto.
Sicuramente la montagna è stata una vera ispiratrice per gli stilisti che hanno proposto scarpe a prova di scivolate sulla neve con tanto di suole a carro armato e stringhe, ma anche guanti robusti in pelle e tessuto tecnico per i copripantaloni e per i completi da sci. Sopra, giacche ampie e calde come parka e montoni per ripararsi dal gelo.
Non crediate comunque che la moda si sia arresa al classico-rètro: continuano a vedersi tocchi fluorescenti, anche se su piccole parti come polsini o risvolti, stampe maculate, ma soprattutto abbiamo visto il trionfo del contrario:
Prada mette il maglione sotto alla camicia, Closet porta la camicia sulla giacca, mentre Marni fa indossare il maglione direttamente sopra alla giacca o al piumino, senza contare la sovrapposizione disordinata di giacche e camicie, che si indossano l’una sopra all’altra e si abbottonano a caso (sono strani, questi stilisti!)
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