Sonnolenza pomeridiana: come difenderti? Causa l’Alzheimer?

Quasi tutti siamo vittime di una mancanza di energia o di motivazione durante il primo pomeriggio.

Soprattutto dopo le 14, anche a causa della digestione, ci capita di sentirci stanchi e poco concentrati: si tratta di un fenomeno molto diffuso che viene definito “nebbia cerebrale”. Ma è anche l’ultima cosa che vorremmo avere, visto che sia al lavoro che non, non dobbiamo distrarci: crollo pomeridiano? Anche no, grazie.

Cosa è

Il crollo pomeridiano è una condizione medica che si riferisce ai cambiamenti della funzione cerebrale nel tempo. I sintomi possono includere stanchezza, confusione, mancanza di concentrazione, problemi di sonno, smemoratezza e mal di testa.

Sono molti i fattori che incidono su questo stato, dallo stile di vita alla dieta, e si è scoperto che anche gli ormoni hanno un grande impatto sulla nostra attività cerebrale.  Ecco perché il nostro stato mentale può cambiare a seconda dei giorni del ciclo o dei livelli di stress. Se hai la sensazione di soffrire di questo problema, il consiglio è di parlarne con il medico (si potrebbe trattare di uno squilibrio ormonale o di un’infezione); comunque modificare alcune abitudini può esserti utile. Vediamo come.

Evita cibi che ti “annebbiano”la mente

Se soffri di pesantezza durante il pomeriggio, non devi escludere una possibile intolleranza ad alcuni alimenti, ad esempio al lattosio. Latte, formaggi e yogurt, se poco tollerati, possono infatti peggiorare la situazione. Se il tuo organismo non tollera il lattosio produce anticorpi per respingerlo, causando proprio la famosa “nebbia cerebrale”. Prova ad assumere latte di mandorle e formaggio vegetale, in modo da vedere se cambia qualcosa.

Anche gli ingredienti artificiali come il glutammato monosodico (contenuto nei dadi, nei cibi cinesi e nella salsa di soia) ed i dolcificanti artificiali incidono sulla concentrazione, perché confliggono con i neurotrasmettitori che si trovano nel cervello. Evitateli sostituendoli con cibi integrali e zuccheri naturali come il miele. Anche la caffeina andrebbe limitata, perché nonostante ci dia al momento una sensazione euforizzante, ci causa un picco discendente di energie dopo poco. Anche assumere caffeina dopo le tre del pomeriggio è sconsigliato. perché può peggiorare i nostri cicli del sonno. Meglio una tazza di caffè al giorno, prima di metà pomeriggio.

Prendi un complesso di vitamina B

Chiedi al tuo medico di controllarti i livelli di vitamina B, soprattutto se consumi poca carne e latticini. Se soffri di carenza di vitamina B, puoi avere capogiri, diminuzione della funzionalità cerebrale e persino perdita di memoria. Molti studi hanno scoperto che la vitamina B6 ha un ruolo significativo nella funzione del glucosio cerebrale e stimola l’umore, mentre la vitamina B12 (presente nella carne e nei latticini) influisce sulla funzione cognitiva nel suo complesso.

Mangia nel  modo giusto

Alimenti ad alto contenuto di antiossidanti (come frutti di bosco, verdure a foglia verde, fagioli e carciofi) e acidi grassi omega-3 (come noci, uova, semi di chia e salmone) sono particolarmente indicati per la salute del cervello e il miglioramento della concentrazione. Tuttavia, assicurati di assumere nutrienti a sufficienza perchè sono fondamentali per tutte le funzioni dell’o organismo, cervello compreso. Cerca di seguire una dieta equilibrata in grassi, proteine e carboidrati sani e assumi diverse varianti di prodotti freschi ad ogni pasto.

Esercizio fisico

L’esercizio fisico offre così tanti benefici per il cervello che vale la pena skippare il divano e fare un piccolo sforzo per debellare la pigrizia. Non solo l’esercizio regolare migliora memoria, concentrazione e capacità di pensiero, ma il movimento del corpo ha effetti immediati sul cervello attraverso il rilascio di endorfine, che aumenta sia l’energia che l’umore. Se, nonostante gli sforzi, non riesci a fare più di tanto, almeno fai una passeggiata intorno all’isolato o un po’ di yoga.

Esci

Uno studio recente ha rilevato che le persone che camminano per 90 minuti al giorno hanno una significativa diminuzione sia della depressione che dei livelli di cortisolo. Stare all’aperto migliora anche la memoria a breve termine e aumenta l’attenzione. Se ti stai preparando per un esame e hai bisogno di concentrarti, prova a fare una breve passeggiata: ti aiuterà a memorizzare il materiale di studio.  La vitamina D ha anche un enorme beneficio sul cervello, aumentando la memoria: ecco perché prendere il sole, anche per 30 minuti può aumentare la salute cerebrale (ma attenzione! Non dimenticare mai la protezione solare!).

Usa gli Oli essenziali

L’olio essenziale di noce moscata ti aiuta a concentrarti stimolando le sostanze chimiche cerebrali. Alcuni studi hanno rilevato che attenua anhe affaticamento e depressione. L’olio di menta piperita aumenta l’energia e ti sveglia se sei stanco. Prova a diffondere per la casa uno di questi oli durante la giornata oppure a strofinali su polsi e tempie per ottenere una immediata stimolo cerebrale.

La sonnolenza causa l’Alzheimer?

sonnolenza diurna
Secondo alcuni studi, la sonnolenza diurna può causare l’Alzheimer – credits: ansa.it

Soffrire di sonnolenza durante il giorno potrebbe essere associato al rischio di ammalarsi di Alzheimer: infatti chi di giorno si sente assonnato, negli anni a venire ha un rischio triplo di presentare nel proprio cervello depositi di proteine tossiche tipiche della malattia, ovvero le placche di beta-amiloide.
Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Sleep, che vede tra gli autori anche l’italiano Luigi Ferrucci del National Institute on Aging statunitense.

Lo studio collega la demenza ai disturbi del sonno e si basa su un’indagine epidemiologica su un gruppo di volontari seguiti per parecchi anni.
All’inizio dello studio il campione ha compilato questionari sulla qualità del sonno, sulla sonnolenza diurna, comprese informazioni sull’abitudine di fare un riposino durante il giorno. Parte del campione è stata sottoposta molti anni dopo (anche 16) a una serie di esami di imaging come la PET per visualizzare l’eventuale presenza della proteina tossica beta-amiloide nel cervello. I risultati hannodimostrato che chi nei questionari aveva dichiarato di soffrire di sonnolenza diurna aveva un rischio triplo di presentare depositi di beta-amiloide nel cervello.

Restano ancora da capire le dinamiche di questa connessione: è possibile che la beta-amiloide si accumuli in seguito a disturbi del sonno e che siano questi disturbi a causare la sonnolenza diurna. O al contrario è possibile che gli accumuli stessi di beta-amiloide favoriscano i disturbi del sonno e/o la sonnolenza diurna. Ad ogni modo, se si scoprisse che i disturbi del sonno contribuiscono all’Alzheimer, ha spiegato l’autore principale dello studio Adam Spira, “potremmo adoperarci per trattare i pazienti con problemi di insonnia per evitare questa malattia così grave”.(Fonte: ANSA).

 

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Sono Psicologa e giornalista.
Direttore editoriale di "Le Cronache della Bellezza", amo informare.
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