Protezione solare: è il proprio il caso di dire che non la conosciamo.
Non sappiamo come applicarla, quanto metterne, nè cosa significa il numero indicato sulle confezioni.
Il dato è inquietante, se consideriamo che i raggi solari sono purtroppo responsabili non solo di invecchiamento e macchie o eritemi, ma anche di tumori.
Per fare chiarezza una volta per tutte, leggete attentamente questa guida, stesa grazie ai contributi di Elena Accorsi Buttini, Beatrice Mautino e Giulio Pirotta.
SPF, questo sconosciuto
Solo otto persone su 100 sanno che il valore di SPF si riferisce solo alla protezione dai raggi ultravioletti di tipo B, mentre non ha niente a che fare con la protezione dai più temibili raggi UVA (Sondaggio della Royal Pharmaceutical Society).
Molti di noi infatti non sanno neanche che cosa sia l’Spf e comunemente si crede che il numero di Spf indichi di quante volte possiamo amplificare il tempo di esposizione al sole prima di scottarci.
Purtroppo però, questa convinzione è completamente sbagliata!
L’SPF è un numero che indica la capacità della crema di fermare le radiazioni UVB.
Per fare un esempio, una crema con spf 6 lascia passare un sesto dei raggi uvb, bloccandone l’83% , mentre una con spf 30 ne lascia passare un trentesimo bloccando il 97% dei raggi. Un fattore di protezione solare pari a 50 lascia invece passare un cinquantesimo di raggi solari, pari ad un blocco del 98% .
Per riassumere, quindi, più il fattore di protezione è alto, meno raggi UVB passano attraverso il filtro solare.
I raggi UVA costituiscono il 90% delle radiazioni utraviolette, mentre gli UVB ne costituiscono il 10 per cento.
Gli UVB si fermano sugli strati più superficiali della pelle e casuano le scottature, ma sono anche i meno nocivi.
Gli UVA invece sono più insidiosi perchè penetrano a fondo nella pelle e lì causano la produzione di radicali liberi, che intaccano la struttura della pelle, provocando l’invecchiamento (rughe) ma anche modificazioni del DNA, che possono condurre alla formazione di tumori.
Ecco perché l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito i raggi ultravioletti nella lista dei cancerogeni certi. Si tratta sia dei raggi che provengono da fonti naturali come il sole, sia di quelli artificiali emanati dalle lampade solari o dai lettini abbronzanti.
Per evitare di ingannare i consumatori, la Comunità europea ha anche stabilito che non vengano usati SPF superiori al 50 : al massimo si può aggiungere un segno ” +”.
Le categorie standardizzate quindi sono quattro: protezione bassa (da 6 a 10), media (15-25), alta (30-50), molto alta (50+). Sono anche vietati slogan e scritte come “protezione totale” o “schermo totale”, perchè non esiste una protezione totale dai raggi ultravioletti.
Distinguiamo inoltre i filtri chimici da qualli fisici:
I filtri chimici sviluppano un film sulla pelle che protegge dai raggi UVB e vanno applicati almeno 20 minuti prima dell’esposizione.
I filtri fisici invece sono più potenti e resistenti e solitamente sono biossido di titanio ed ossido di zinco.
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Quanta crema mettere?
Non lo sappiamo, ma applichiamo pochissima crema: infatti dovremmo metterne 2 mg per ogni cm quadrato di pelle.
Detto in grammi, ecco quindi che dovremmo spalmarci 30 grammi di crema solare per ogni applicazione, una quantità davvero alta.
Un flacone da 200 gr di crema quindi dovrebbe bastarci per 6 sole applicazioni. Se consideriamo che siamo soliti usare da metà ad un quarto della crema necessaria per proteggerci, possiamo anche capire quanto di fatto vanifichiamo i risultati.
Se mettiamo metà dose infatti otteniamo una protezione infinitamente bassa.
Molto importante per tutti i prodotti che hanno un spf: anche gli spray e le acqua solari sottostanno a questa regola: come possiamo applicare 30 grammi di spray o fondotinta senza sembrare delle maschere?
L’applicazione va ripetuta prima di uscire di casa e poi appena arrivati sul posto dopo 20-30 minuti, quindi riapplicare la crema ogni due ore. Ma se ci bagniamo o sudiamo?
Dobbiamo mettere altra crema, ovviamente.
Curiosità importanti
I cosiddetti waterproof hanno una resistenza all’acqua ma non sono assolutamente impermeabili. Infatti secondo studi di laboratorio, ciò che viene garantita è la formazione di un film sulla pelle ottenuto tramite cere. ecco perché, quando andiamo in acqua a fare il bagno, la protezione solare si riduce e va riapplicata.
Tossicità: i filtri solari non penetrano mai nella pelle: il loro scopo è infatti quello di restare in superficie a proteggerci, quindi l’allarme-tossicità non riguarda il mercato europeo.
La vitamina D non è meno assorbita se usiamo i filtri solari perché bastano 15 minuti al sole per farcene produrre in quantità sufficiente. ecco perchè, nonostante gli Spf, l’assorbimento non cambia.
Anti età o creme giorno con Spf:
Non hanno una vera protezione solare. E’ invalsa nell’uso da anni ma per contrastare il photo aging, nella loro formula viene inserita una combinazione di filtri. Questi non sono assolutamente prodotti per la protezione solare e bisognerebbe considerarli da usare se ci si espone alla luce esterna ma per quantità limitate.
Stratificazione:
I fattori di protezione non si sommano! Ecco perché se usate un filtro 20 e poi sopra indossate un filtro 30 NON avrete una protezione solare uguale a 50, attenzione!
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