Ricordo di essermi sdraiata sul pavimento nell’ultimo episodio, avevo solo la biancheria intima addosso ed ero stata appena gettata a terra. Mi sono sdraiata sul pavimento. Non potevo alzarmi. Non volevo alzarmi. E ricordo che Jean-Marc [Vallée, il direttore dello show] si è avvicinato e, durante le riprese, mi ha messo addosso un asciugamano … Mi sono sentita completamente umiliata e devastata. E arrabbiata dentro. Sono andata a casa e ho scagliato una pietra contro una porta a vetri “.
(N.Kidman)
Nicole Kidman lo aveva dichiarato in un’intervista rilasciata a “L’Espresso” quando la serie tv Big Little Lies, vincintrice ai Golden Globes di domenica come miglior serie tv, era in rotazione tv su Sky Atlantic: “(…) Erano questi gli argomenti che intendevo indagare. Spero, e credo, che la serie contenga una forte, potente lezione, per il pubblico: quella di accettare le debolezze, anche di noi donne che tanto fatichiamo ad ammettere quando siamo giù. L’analisi della Moriarty (autrice del romanzo da cui la serie è tratta, n.d.r) è una delle più belle pagine di letteratura sulle donne contemporanee. Ed esalta la forza delle donne quando sono unite: è il modo che le donne hanno di proteggersi. Ma per cogliere questa dimensione femminile è necessario assaporare tutte e sette le ore del racconto».
Il Trailer
La serie narra la vita di cinque donne, mogli e madri, che vivono in case lussuose e conducono una vita apparentemente normale a Monterey, California, in un continuo susseguirsi di visioni mozzafiato tra mare turchese e strada costiera, villette bianche a schiera e giardini fioriti, ma che sotto la superficie nascondono storie di violenza domestica, di abusi sessuali, di botte tra marito e moglie e di bullismo fra ragazzini.
Le loro paure sono quelle di tutte le madri, e nella trama della serie, prodotta da Reese Witherspoon e dalla stessa Kidman, ci sono ampi spazi per episodi bui, dolorosi ma che raccontano la quotidianità della vita familiare anche e soprattutto allargata.
Un marito che non riesce a contenere la sua rabbia, Perry Wright, interpretato da Alexander Skarsgård (vincitore del Golden Globe come miglior attore non protagonista), riversa le sue sfuriate psicologicamente e fisicamente violente sulla moglie Celeste (Nicole Kidman, miglior attrice protagonista), a sua volta inconsapevole complice e vittima di un gioco vizioso che spesso troviamo assolutamente preponderante nelle dinamiche di coppia.
Ha detto la Kidman ieri in un’intervista ad Ellen De Generes: “Durante le riprese, sentivo un senso del dovere incredibile; la storia è talmente complicata… volevo essere assolutamente vera per il pubblico, quindi mi sono persa nel mio personaggio, identificandomici completamente. Mi ci sono talmente immersa sino ad arrivare al punto che, quando tornavo a casa la sera dopo le riprese, avevo i lividi e gli ematomi. Alexander mi afferrava veramente; lui non voleva farlo, non gli ho mai detto che mi faceva male, perché volevo che lui facesse esattamente la scena come se fosse vera, in modo che quando le persone a casa avrebbero visto la puntata, ci fosse una reazione di stupore e potessero sentire che, in qualche modo, ciò che vedevano era reale, era vero, e questo è stato per me molto importante. La trama parla di abusi domestici ed il mio è un soggetto molto rappresentativo di queste dinamiche, nella serie”.
Laura Dern (premiata con il Golden Globe come migliore attrice non protagonista) ha descritto come il suo personaggio, Renata Klein, fosse “terrorizzato dal fatto che la sua bambina fosse stata maltrattata e bullizzata da un compagno di classe, “e aveva troppa paura di parlare“.
“A molti di noi è stato insegnato a non fare tante chiacchiere”, ha detto a Usa Today: “C’era una sorta di “cultura del silenzio”, era una cosa normale tacere. Ma io invito tutti noi e voi a sostenere non solo i sopravvissuti e gli astanti che hanno il coraggio di dire le loro verità, ma anche di promuovere la giustizia “riparativa”. Insegnare ai nostri figli che parlare senza avere paura di una punizione è la nuova stella polare della nostra cultura “.
Strategie di coping
Alexander Skarsgård ha rivelato i meccanismi di coping – alcuni metodi per stemperare lo stress – che gli attori hanno sviluppato per “scrollarsi di dosso” l’intensità che si viveva ogni giorno sul set.
“È stato molto importante riconnettersi, riequilibrarsi, dopo aver girato quelle scene”, ha detto l’attore a Vanity Fair, aggiungendo: “Ci siamo confrontati con Nicole, ci siamo scambiati pareri l’un l’altro” ed ha aggiunto: “Nicole è una partner incredibile perché è molto generosa e aperta e per un attore queste caratteristiche rendono il lavoro molto più facile”.
Alexander ha anche detto di essere stato attratto dal personaggio di Perry, perché non era “un personaggio stereotipato, bidimensionale, bensì sinceramente, profondamente in lotta con i suoi demoni”.
Prima delle riprese, l’attore svedese ha passato un paio di settimane con la Kidman lavorando sul ruolo, per capire al meglio come avrebbero potuto interpretare la relazione che hanno nella serie tv, facendo in modo che fosse credibile per il pubblico. In questo, è stato molto utile – ha dichiarato Alexander – che entrambi avessero lavorato con Lars Von Trier , controverso regista danese famoso per i suoi film dai temi inquietanti.
“Volevamo mostrare quanto la relazione tra Pete e Celeste fosse sessuale, fisica, e come ciò si possa trovare al limite con l’abuso, e in che modo l’interconnessione di questi due fattori faccia sì che il mio personaggio incolpi se stesso per essere così violento con la moglie” ha spiegato Alexander. “Questo è uno dei motivi per cui ci vuole del tempo prima che Celeste capisca che non può più stare con lui. All’inizio della serie, Celeste vede ancora in lui una sorta di innocenza”.
Nicole, 49 anni, anche prima dell’intervista che ha rilasciato alla De Generes, aveva confidato la sua scelta di rendere il più realistici possibile gli scontri violenti della coppia protagonista di Big Little Lies, per aderire con la visione in stile documentario del regista Jean-Marc Vallée. In una intervista a Vulture, l’attrice australiana ha ammesso che le scene con Alexander, alto 1 metro e 95, sono state così fisiche da farle lasciare il set con i lividi.
“Dopo, volevo solo stare in pace. Volevo andarmene a casa e restarmene in silenzio. Dopo aver girato alcune delle scene più violente, anch’io ero molto sofferente. Lo era il mio corpo e lo era la mia mente. Era tutto molto strano, mi sentivo molto a disagio. Non era affatto una bella sensazione, devo dire. Ma le donne vivono momenti come questi, li attraversano letteralmente, ed io volevo attingere dalla verità, dalla realtà, e volevo essere reale in quelle scene, quindi la recitazione richiedeva per forza questo: un elemento di violenza“.
Nella stessa intervista Nicole ha rivelato che sapeva che Alexander era la persona più adatta per quel ruolo, aggiungendo che la sua imponente struttura ha contribuito a farla sentire più vulnerabile. Lei, donna molto alta, si è sentita raramente più bassa di un uomo: “Volevo Alexander, lo volevo moltissimo”, ha detto, spiegando che solo Alexander poteva farla stare in piedi in un angolo alto 1 metro e mezzo, facendola sentire comunque piccola e indifesa.
Tornando alla sera delle premiazione dei Golden Globes, molto è stato l’entusiasmo da parte di tutto il cast della serie televisiva.
Alexander Skarsgård ha detto alla stampa ed al pubblico: “Sono qui stasera perché ho avuto il privilegio di lavorare con un gruppo di donne straordinariamente talentuose. Molte di loro questa notte sono in questa stanza”.
Parlando nel backstage, l’attrice e coproduttrice di Big Little Lies Reese Witherspoon ha detto ai giornalisti che seguendo le rivelazioni di Harvey Weinstein e di altre storie riguardanti altre molestie avvenute in vari settori, c’era “un sentimento collettivo che non sarebbe stato quello solito, abituale”.
“Ora nel settore siamo più uniti, uomini e donne, determinati a cambiare la nostra industria, ma anche a far luce su altre industrie”, ha detto. “Ci sono un sacco di persone in altri settori che non hanno l’opportunità di parlare”.
La Witherspoon ha anche fatto l’esempio di altri spettacoli che sono diretti registicamente da donne, dicendo che fanno sembrare “Hollywood come il mondo sembra davvero.” “Quando le donne sono gli architetti, le storie cambiano … Per anni, sono state sempre le stesse persone a raccontare le stesse storie, ancora ed ancora.
Ma ora le cose stanno cambiando. “
Aspettando la seconda stagione