Non è bastato il “caso” Pandora: proprio in questi giorni infatti ascoltando la radio mentre mi spostavo in auto, mi sono imbattuta più volte in una pubblicità che mi fa venire l’orticaria:
Una voce femminile dice sospirando: “Che tesoro! Oh amore! E’ splendido! Bellissimo! Ti amo!!” e subito dopo una voce maschile spiega: “State ascoltando alcune donne mentre ricevono il loro regalo preferito: un goiello Brosway. Quest’anno, a Natale, sorprendila anche tu, con un gioiello”.
A quanto pare, quindi, non si sta nemmeno tentando di cambiare il messaggio delle campagne promozionali di gioielli: dopo il cartellone pubblicitario a marchio Pandora che tanto sdegno ha causato, forse le vendite hanno comunque premiato il brand.
Come a dire: bene o male, basta che se ne parli.
Sto parlando della pubblicità che è riuscita, probabilmente senza volero nemmeno – il che è più grave! – a fare una sfilza dei luoghi comuni più tristi esistenti sulle donne e a sbatterli in bella mostra su un cartellone pubblicitario piazzato “strategicamente” alla fermata MM1 Duomo della metro di Milano.
“Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora. Secondo te cosa la farebbe felice?”
Insomma, un flop completo, se consideriamo che questa accozzaglia di stereotipi davvero medievali non solo ha scatenato pesanti polemiche sui social (su Facebook e Twitter si sono scatenati commenti di fuoco), ma inizialmente ha anche causato la reazione opposta a quella che il brand si attendeva, ovvero il boicottaggio da parte di alcune donne e uomini nei confronti del marchio.
Lefanfarlo, organizzazione no-profit dedicata a «burlesque, vita e donne», ha scoperto per prima il manifesto ed ha commentato sulla sua pagina Facebook: “… Per Natale soprattutto rispetto, piuttosto che un bel bracciale”.
Il mondo di Twitter
E poi il seguito di post polemici tra cui: “Quando i tuoi creativi vengono direttamente dal medioevo…” e “A #pandora preferiamo un buon #pandoro. Ma anche un panettone. Perchè gli stereotipi proprio non fanno per noi! Siamo per un Natale (ed una comunicazione) differente!” di Pari e Dispare, comitato di donne e di uomini per la parità come valore comune.
Ora il marchio danese di gioielli, reduce dalla clamorosa gaffe, ha cercato di aggiustare il tiro con uno spot che è in rotazione televisiva proprio in questi giorni. La nuova pubblicità cerca di riparare in tutti i modi all’errore (il marchio avrà fatto una ricerca sopraffina tra i pubblicitari per riscattare la sua immagine) mostrando una donna dall’aspetto piuttosto mascolino che “lascia indizi” su post-it in giro per casa e mima di infilarsi al dito un anello davanti al suo uomo per fargli capire che desidera un gioiello. Quando lui, finalmente, – e ce ne vuole… – capisce e le regala una parure completa, lei per ringraziarlo gli fa una smorfia compiaciuta e per nulla sdolcinata , mentre è comodamente seduta sul divano, e non ai fornelli…
Sicuramente lo spot mostra una donna sicura di sè, che sa ciò che vuole e che ha un atteggiamento maschile nei confronti del suo uomo, e c’è anche da dire che, forse ma non troppo paradossalmente, i negozi Pandora in questi giorni pre – natalizi sembrano essere davvero affollati. Allora, che pensare??
La pubblicità, nonostante tutto, ha comunque funzionato, nonostante l’#epicfail?
Parrebbe proprio di sì, almeno a giudicare da alcuni tweet, il che risulta davvero triste.
Tutti a fare la fila da #Pandora ….
E poi ci sono io che faccio la fila per il #PANDORO 😅@PANDORA_UK pic.twitter.com/SAgUYdgdHj— Antonio Riggio (@AntonioR197) 19 dicembre 2017
Complimenti a @swarovski per la risposta PERFETTA alla misera pubblicità di #Pandora! pic.twitter.com/W1sjcBTFo1
— AngoloDellaCasalinga (@ricettefv) 18 dicembre 2017
La risposta di Swarovski è criticabile?
Cavalcando l’onda della popolarità, Swarovski ha deciso di approfittare del “caso” sfornando questa pubblicità:
Quella dell’azienda sembra decisamente una virata verso l’indipendenza femminile, ma alcuni potrebbero anche male interpretarla.
Detto che, se avessi i soldi per comprarmi un gioiello, li spenderei sicuramente per altro, tipo per pagarmi le bollette e la rata dell’assicurazione della mia povera auto, non cambia il fatto che si aprono alcuni spunti di riflessione interessanti, come quello proposto da luna_rossa dal blog “Nuova Resistenza”:
A volte indossare gioielli è rischioso
Ma poi, lo sappiamo che indossare una collana al giorno d’oggi può essere pericoloso?
Sempre più donne vengono rapinate dei loro “gioielli”, veri o “finti” che siano, per le strade cittadine: lo dice la cronaca di ogni giorno.
Nel video che vediamo qui sopra, ad essere rapinato della collana è addirittura un uomo, ma ciò che è più agghiacciante è la reazione dei suoi compagni di viaggio: NESSUNO REAGISCE!
Anche una carissima amica che ha l’età di mia madre, che gioielli non ne ha e che una volta ha osato indossare una collanina che le aveva regalato il marito per il matrimonio, è stata aggredita in mezzo alla strada da un energumeno che è sbucato da dietro un vicolo e le ha strappato la catena, causandole una brutta ferita alla gola e facendola cadere sul marciapiede.
Quindi, viene da chiedersi; vale la pena mettere la collana, se si rischia una aggressione in pieno giorno e in pieno centro?
Molto presto vi parlerò di un caso tanto interessante quanto preoccupante: un esperimento sociale che è stato condotto nella ‘civilissima’ Svezia, il cui risultato fa emergere un quadro per nulla rassicurante riguardo alla violenza sulle donne.
A prestissimo!