Musica sacra e rituali solenni hanno aperto la sfilata di Tom Rebl S/S 2015 a Milano, in un’atmosfera piacevolmente mistica in cui lo stilista è stato coattore di una performance con Angelo Orazio Pregoni, alias O’DRIÙ, artista e profumiere. La fragranza Bomb_Hay, ispirata all’India e creata per l’occasione, ha aperto la passerella in cui per la prima volta, lo stilista ha vestito anche la donna, con una capsule collection di 25 modelli che nasce dalla collezione maschile, prendendone a prestito alcuni elementi.
Linee fluide, tessuti leggeri, bianco e oro, tuniche, tessuti sovrapposti, soprabiti argento e di seta pregiata sono le proposte che rebl ha fatto sfilare in passerella.
Questa quarta collezione di Tom Rebl ha mostrato ancora una volta un equilibrio riuscito tra l’alta sartorialità italiana e forti contenuti stilistici. Lo stilista ha destrutturato le linee tradizionali del guardaroba maschile per rileggerle in un linguaggio innovativo, sperimentale e provocante.
Il tutto in un perfetto equilibrio tra opposti che si attraggono e si respingono, tra Oriente e Occidente, tra natura maschile e femminile, in un gioco di rimandi simbolici ispirato dalla figura ambivalente della dea Kali, la divinità indù che racchiude in sé oscurità e luce, bene e male.
Un viaggio trasversale fatto di contaminazioni che riscrive la moda contemporanea e definisce nuove tipologie di abbigliamento per l’uomo e la donna. I volumi diventano ampi e fluidi, poi improvvisamente le linee ritornano a essere asciutte. I capi iconici di Tom Rebl come il chiodo, il trench e la vestaglia conoscono una nuova interpretazione e lo sherwani, la giacca lunga indiana, si confronta con la tradizione stilistica occidentale. I capispalla e i pantaloni, le maglie e gli abiti svelano un codice estetico mistico contemporaneo in cui i pezzi non hanno più un’identità precisa e la preziosità è protagonista con tessuti originali, provenienti dall’India.
I capi sono realizzati con sari vintage in broccato di seta che rinascono in una sorta di reincarnazione induista. Non mancano il denim lavato, screpolato, verniciato, il jersey leggerissimo di micromodal, lo jacquard di felpa goffrato, ma anche lino, lana cinzata per un impatto lucido, tessuti direte elastici. Le lavorazioni raccontano una ricerca continua e raffinata dello stilista che privilegia trattamenti hi-tech al laser per creare superfici inedite che reinterpretano i drappeggi dei sari indiani.
Il nero in tutte le sue sfumature si declina in ombre e luci grazie a costruzioni insolite o all’accostamento di filati diversi. Il tutto è acceso da inserti di metallo ossidato e dettagli che richiamano la tradizione stilistica indiana, con motivi stilizzati ottenuti dalla lavorazione dei tessuti.
Anche la donna è una nuova figura che guarda al futuro spaziando tra i generi.
I volumi sono ampi e rimodellano il corpo con proporzioni che superano gli stereotipi della moda. Oltre al nero, troviamo capi in rosso e argento, scolli a V, stampe pitone,gonne con ampi spacchi laterali, mentre i drappeggi, già visti sui capi maschili, ricordano quelli dei sari e la maglieria indaga nuove frontiere con capi storti, elaborati e reinventabili. La collezione è completata da gioielli che vestono il corpo, dai cappelli scultorei di Zena, l’artista milanese che continua a collaborare con Tom Rebl, e dalle scarpe decisamente underground firmate da Alain Quilici.
A sottolineare la vocazione artigianale di Tom Rebl gli occhiali Bomb-Ray che accompagnano la sfilata abbinando acetato arrugginito o used look e metallo brunito o lucido.
Il VIDEO della Sfilata
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Thanxs to Giulia Ciccarese, Filippo Maria Gallo