Antonio Marras – Credits: Grazia.it |
La moda della stagione invernale riscopre il Giapponismo, quella corrente estetica proveniente dal paese dei ciliegi, che apri’ improvvisamente al commercio con l’estero attorno a meta’ Ottocento, influenzando con i suoi tessuti e ornamenti, le arti e i costumi dell’epoca in Europa, fino a cambiare la moda dei grandi couturier.
Il Tea gown alla fine dell’Ottocento in Francia diede il via alla produzione di tessuti a motivi esotici giapponesi destinati ai grandi couturier, come Charles Frederick Worth, Poiret, le sorelle Callot e Vionnet, che s’ispiro’ al kimono per la realizzazione dei suoi modelli, lasciando le decorazioni ingombranti e adottando una sorta di minimalismo dove la stoffa stessa ornava l’abito, con pieghe, tagli, cuciture come origami. Persino Coco Chanel negli anni Venti trasse ispirazione dai motivi orientali realizzando soprabiti jacquard di seta verde e nera con motivi di crisantemi dorati.
Influenze orientali e immerse negli anni ’20 si ritrovano nelle splendide creazioni di Antonio Marras, a mio avviso molto evocative con tocchi mistici da Diva del cinema muto con tanto di veletta e di trucco scuro, labbra rosso sangue.
Da Prada s’incontrano ragazze -samurai, che vestono in pelle e stringono la vita con alte cinture bustino stringate.
Da Max Mara abbondano i pantaloni ampi che si portano con il soprabito in cachemire rosso ciliegia.
La febbre orientale ottocentesca ha contagiato Gretel Zanotti che si è ispirata al mondo del Giappone con un’intera collezione. Il viaggio creativo di Gretel Zanotti parte da Toulouse-Lautrec e dalla febbre orientale che verso il 1860 si diffuse in Europa. Gretel presenta la sua interpretazione moderna di Geisha attraverso le sue creazioni e richiama al tempo stesso i motivi dominanti della cultura asiatica ottocentesca, manifestando le stesse linee piatte, gli stessi tagli puliti e netti, i colori contrastanti e le linee di contorno senza sfumature.
C’era una volta, negli anni Venti la cineasta tedesca Lotte Reiniger che trasformava le ombre animate in lungometraggi. I personaggi di questa regista che amava in particolar modo le favole classiche, da Hansel e Gretel, a Cenerentola, fino al Flauto Magico, rivivono ora nei capi di Vivetta: le ombre diventano delicati ricami fatti a mano su casacche in shantung di seta dai colori vivaci, che giocano con il contrasto cromatico degli alamari: rosa e verde smeraldo, cioccolato e cipria.
Il fil rouge delle fiabe e di un mondo immaginario attraversa tutta la collezione, e sfiora tradizioni, epoche e paesi diversi. Dagli anni Venti a fine Ottocento, il passo e’ breve. Cosi’ le ricche tappezzerie francesi di questo periodo, che portano l’eco delle influenze orientali di quegli anni, forniscono alla stilista un nuovo spunto per creare motivi ornamentali in un originale mix di paesaggi giapponesi e abitanti di mondi incantati che si posano su top, gonne e lunghi abiti in seta: dagli elfi alle fate, dal Principe Ranocchio alle donne-fiore. Queste gentili figure ispirate alle illustrazioni dei primi del Novecento, compaiono ora stampate sulle bluse di seta, ora ricamate sulle camicie di popeline.
Fin qui abbiamo parlato di moda.
Ma non è che l’inizio; infatti questo trend, che è un misto tra anni Venti e Giappone, mi si confà completamente e mi spinge alla ricerca dei tessuti e dei tipi di make-up da proporvi per questo Autunno-Inverno.
Già abbiamo visto alcune immagini di Antonio Marras; approfondiremo l’argomento make up molto presto!
🙂
ANTONIO MARRAS
PRADA
MAX MARA
VIVETTA
GRETEL ZANOTTI