Valentina, 50 anni tutti in mostra

Ha cinquant’anni ma non li dimostra affatto. Valentina Rosselli, la fotografa milanese ideata da Guido Crepax, compie gli anni e viene festeggiata anche a Genova, nel centro commerciale che tanto è luogo di shopping, moda, pop e persone. La fotografa, che si contende con Louise Brooks – di cui è l’incarnazione di carta e inchiostro – lo scettro di icona sensuale, alternativamente sado-maso-psichedelica, è protagonista di una mostra che sarà visitabile ancora per pochi giorni, sino al 5 aprile 2015, dal titolo Valentina: ieri, oggi e domani

Apparsa per la prima volta sulla rivista Linus nel 1965, Valentina è una delle donne del fumetto più note al mondo.

Le sagome di cartone ingigantite allestiscono gli spazi del centro commerciale e lo riempiono di sensualità e raffinatezza, ed è proprio un bel vedere. 

«La presenza di una mostra su Valentina in un centro commerciale a qualcuno potrà sembrare insolita – ha detto Antonio Crepax, figlio di Guido e curatore della mostra – invece è in linea con la storia di Guido Crepax, che era anche disegnatore pubblicitario».


Ovviamente la pubblicità non è l’unico filo conduttore tra Valentina e la location scelta, come precisa Crepax: «L’esposizione intende raccontare il personaggio di Valentina attraverso i decenni, sottolineando come lei sia stata una testimone dei tempi anche attraverso la moda – mio padre copiava i vestiti di Valentina dai giornali di moda, raccontando così i costumi di un’epoca».






Valentina è una delle donne del fumetto più note al mondo. L’unica capace di brillare di luce propria senza bisogno di un protagonista maschile. Per questo, oltre che dagli uomini, per i quali incarna un sogno sensuale e sofisticato, è molto apprezzata dalle donne come simbolo d’indipendenza, fascino e seduzione.

Per oltre trent’anni, la saga delle sue avventure di generi diversi (dal giallo al noir, dalla fantascienza all’onirico-erotico) ha accompagnato quasi tutta la carriera professionale del suo creatore, Guido Crepax, fino a diventare una sorta di alter ego femminile e fantasmagorico del suo autore. Di Valentina sono state pubblicate, su Linus prima e su Corto Maltese poi, una cinquantina di storie per un totale di quasi 2.500 pagine, successivamente raccolte in una ventina di volumi più volte ristampati in Italia e all’estero.

Personaggio simbolo degli anni Sessanta e Settanta, Valentina ha continuato a riflettere modi e mode anche nei decenni successivi. La complessità del carattere, ricco di sfaccettature e contraddizioni, è una delle chiavi del suo successo, tanto che molte donne ne sono state e ne sono tutt’ora ispirate .

Valentina ha anche una vera e propria carta d’identità: è nata il giorno di Natale del 1942, e cresce e invecchia come una persona reale.

Per disegnare Valentina, Guido Crepax si è ispirato alla foto di un’attrice del cinema muto americano ed europeo degli anni ’30: Louise Brooks. A quei tempi, di questa donna americana coraggiosa e anticonformista, il fumettista italiano sapeva ben poco, ma era affascinato dalla grande personalità che rivelava il suo aspetto fisico. Quei capelli corti con la frangetta, gli occhi scuri, la bocca carnosa, le forme non certo prosperose ma neppure una magrezza anoressica, facevano pensare a una perfetta compenetrazione tra maschile e femminile. Valentina nasce così da un mito del cinema ma si evolve ben presto in una donna reale, al passo con il suo tempo, ma nello stesso tempo moderna e all’avanguardia, tanto da apparire attuale anche ai giorni nostri.

Louise Brooks

Crepax si è sempre preoccupato di costruirle intorno un mondo credibile. La data di nascita, la carta d’identità, le relazioni sentimentali, il figlio, il lavoro, la macchina, i vestiti, gli oggetti di casa: tutto è reale, fedele riproduzione di un quotidiano possibile. 

Anche i sogni hanno un ruolo importante nel mondo di Valentina, conferendo ulteriore spessore al per­sonaggio e avvicinandolo alla psicologia di una donna reale. Ricche di citazioni prese a prestito da tutte le forme d’arte, le sue storie devono molto al cinema e alla fotografia per l’impostazione della pagina e il ritmo della narrazione. Montaggio, inquadratura, sequenza, stacco, particolare: nei fu­metti di Valentina tutto è cinema, tutto è immagine. Grande attenzione viene poi attribuita a dettagli e accessori: diversi punti di vista dai quali ricostruire la scena.


Essere Valentina?


E’ inevitabile che nel personaggio di Valentina vi siano numerosissimi riferimenti autobiografici, legati alla famiglia dell’Autore e in particolare a sua moglie Luisa: “volli tagliarmi i capelli allo stesso modo…“, ricorda Lei stessa, “le nostre esistenze si sono continuamente sfiorate e non so dire quanto gli avvenimenti della mia vita si siano riflessi nella sua vicenda personale o quanto io abbia assorbito del suo modo di essere. Lei viveva avventure che a me non sarebbero mai capitate, la sua curiosità la portava a trovarsi in situazioni sgradevoli e pericolose che io avrei evitato, ma era comunque diventata una presenza familiare, quasi un membro della nostra famiglia”

In oltre 30 anni di storie, Valentina è diventata un’indecifrabile donna dai mille volti. Questo l’ha fatta sopravvivere al suo Autore, agli anni ‘60 e ai decenni successivi, costituendo una sorta di spaccato del costume italiano. Ciò ha sempre suscitato grande attenzione da parte dei media ma anche del cinema e della televisione, che hanno tratto dalle sue storie il film “Baba Yaga” nel 1973 e l’omonima serie televisiva con Demetra Hampton nel 1989. Nel 2012, la scrittrice inglese Noelle Harrison ha scritto il romanzo “Valentina in the darkroom”, liberamente ispirato al suo per­sonaggio.

La mostra, curata dagli eredi di Guido Crepax Archivio Crepax scomparso nel 2003, è visitabile fino al 5 aprile 2015 nel centro commerciale Fiumara di Genova. 

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Sono Psicologa e giornalista.
Direttore editoriale di "Le Cronache della Bellezza", amo informare.
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