Christian Dior, la biografia di Isabelle Rabineau

Dovima con elefanti, abito da sera Dior, Cirque d’Hiver, Agosto1955 © Richard Avedon

Voleva riportare le donne alla femminilità, ridare loro lo scettro di Venere, dopo gli anni bui della guerra ed una moda che costringeva a vestirsi con giacche dalle spalle rigide, scarpe dalle punte quadrate e decolleté rigorosamente chiusi da fermagli.

Fu questa sua intuizione alla libertà, all’Arte nello stile, a fare di Dior un vero Artista della moda. 

Nella sua biografia, Le Molte Vite di Christian Dior, Isabelle Rabineau svela la vita più intima di un uomo che, nell’arco di soli dieci anni – dal 1947 al 1957 – fece la storia del costume del dopoguerra con il suo “New Look”.

Da quel famoso 12 febbraio 1947 in cui ebbe luogo la presentazione della sua prima collezione primavera/estate, la sfilata diventerà una sorta di Bibbia, un quadro inesauribilmente rievocato, un capolavoro da essere visto e compreso in mille e uno modi diversi: la cronista americana di Harper’s Bazaar Carmel Snow coniò questo termine, New Look, per il suo stile, e Dior divenne famoso anche oltreoceano. 

Attraverso interviste alle persone a lui piu’ vicine (i membri della sua famiglia e della Maison, innanzitutto), i diari inediti di personaggi a lui legati, come Cocteau, i materiali degli archivi, il lavoro compiuto per il teatro e il cinema, le case in cui e’ vissuto, da quelle di famiglia all’Hotel Particulier di Parigi e alla casa di campagna nel Var, emerge un Dior dalle molte vite, tutte ugualmente intense: imprenditore visionario, grande amante della pittura, dell’architettura, della fotografia, dei giardini e dei fiori, amico dei più grandi artisti del suo tempo.

Henry Clarke, 1956. capello Raout , Haute Couture P/E 1956, linea Flèche © Henry Clarke/Galliera/Roger-Viollet © Henry Clarke, Musée

Forse proprio in questa ricchezza d’interessi e di passioni e’ nascosto il segreto di una creatività che nell’arco di appena dieci anni (prima della sua morte prematura avvenuta nel 1957) ha trasformato la moda in un’arte. 

Oggi, a oltre 70 anni dalla nascita della maison, la moda e’ più che mai il teatro di tutte le passioni. Il suo pubblico si e’ evoluto, le sue filiere produttive e di distribuzione si sono perfezionate. La concorrenza tra gli stilisti si e’ esacerbata, facendosi sempre più intensa e furiosa. Ma Dior possiede una carta in più da giocare: una scena originaria. Questa scena è incastonata tra i muri di Avenue Montaigne, gli stessi che hanno visto nascere e crescere il marchio. 

“Credo che uno dei tratti dominanti del suo carattere – scrive Suzanne Luling, grande amica di Dior – fosse la ripugnanza per l’esibizione. Eppure il mondo lo divertiva. Come un universo affascinante, ma pieno di sorprese, distrazioni ed era un po’ il suo sogno, di pericoli. Lui stesso era la persona più fantasiosa che si possa immaginare, e niente gli piaceva tanto come tutto quello che era divertente”.



ISABELLE RABINEAU – LE MOLTE VITE DI
CHRISTIAN DIOR
Edizioni Lindau, pp. 386, 28 Euro

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Sono Psicologa e giornalista.
Direttore editoriale di "Le Cronache della Bellezza", amo informare.
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