Sanremo, quando un’ icona di stile dirige l’orchestra…


Sanremo e il calo d’ascolti, Fazio e i monologhi buonisti, La Littizzetto e le sue battutacce, gli ospiti troppo agée ed i megastipendi del conduttore… potrei andare avanti quasi all’infinito ma di questo ed altro hanno ormai parlato tutti, annoiandomi ed annoiandovi.


Quindi scanso e dribblo, svirgolo pure sulle canzoni – haimé, ben poche mi sono piaciute – e passo subito a ciò che più m’interessa, ovvero “La Bellezza” – e non vado nemmeno fuori tema, visto il leit-motiv della kermesse -.


Parlo di Bellezza intesa in senso estetico ma non solo; una bellezza che risiede nell’ Essenza di una donna. E questa donna dall’ allure chic, elegante e competente, questo Sanremo ce l’ha regalata, anche se non compare tra i nomi gridati e tra le “star” super fotografate.


Ed anche in questo sta il suo fascino. 


La bellezza della donna che Nonsolovestita assurge ad icona per questa edizione del Festival, ma non solo: Andrea Mirò

Sottile, esile, diafana, androgina, chic, alternativa, intelligente e parecchio competente in fatto di musica.


La mia Icona di Stile è lei, che mi rimanda alla classe innata di Coco Chanel, alla bellezza di certe attrici francesi brune, androgine, minimaliste.


Vanity Fair l’ha accostata a Tilda Swinton; poco male, ma Andrea è meglio.


Compositrice, cantautrice, musicista, cantante, direttrice d’orchestra, Andrea porta i suoi 46 anni splendidamente. Compagna di Enrico Ruggeri, ha partecipato quattro volte al Festival di Sanremo in qualità di solista e quest’anno è stata molto notata dalla stampa per essere l’unica direttrice d’orchestra donna della manifestazione – ce ne fossero… – e questo mi pare sminuente.


Con quella sua aria francese – bohèmienne ha portato in teatro con Giangilberto Monti e Alberto Patrucco la musica e i versi dei più grandi chansonnier d’oltralpe: da Charles Trénet e Georges Brassens, a Édith Piaf e Juliette Gréco, fino a Boris Vian, Léo Ferrè, Jacques Brel e Serge Gainsbourg. Il progetto porta il titolo emblematico di La Belle Equipe.

Intervistata sui suoi appunti di Stile, Andrea ha detto di non potere fare a meno dei piccoli accessori come scarpe ed orecchini. I capelli poi: se fosse per lei cambierebbe colore tutti i giorni. Durante il festival comunque si è fatta notare per il ciuffo verde e blu esibito con disinvoltura e naturalezza.


Argomento scarpe: Andrea non rinuncia ai tacchi. “Pur amando molto le scarpe basse e le stringate da uomo – dice – mi piace cambiare da un estremo all’altro: super femminile o super maschile; mi piace giocarci”. 


Tra gonna e pantalone, Andrea predilige quest’ultimo, sia per comodità che per vezzo androgino.


Nel trucco ama privilegiare le tinte calde dell’ oro e dei marroni, il pesca ed occasionalmente il rosso per le labbra, ma sempre senza apparire troppo sopra le righe.


Insomma, brava Andrea Mirò, seducente e solarmente sofisticata nei suoi abiti neri, negli accostamenti degli accessori, nella sottile stravaganza degli accenti blu tra i capelli.

E voi lo stile di quale donna avete apprezzato di più al Festival di Sanremo? 🙂


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Sono Psicologa e giornalista.
Direttore editoriale di "Le Cronache della Bellezza", amo informare.
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